Pietro Banchini

Dottor Pietro Banchini

Per artrosi, si intende una condizione patologica a carico delle articolazioni che interessa la cartilagine e l’osso subcondrale, cioè quello immediatamente al di sotto dello strato cartilagineo. E’ una riduzione progressiva ed inarrestabile della cartilagine e di conseguenza un sovraccarico ed un’usura dell’osso subcondrale. Negli stadi avanzati, gli strati cartilaginei, sono completamente assenti e le componenti ossee sono a diretto contatto provocando così dolore, tumefazione e limitazione funzionale. 

L’artrosi è una patologia molto comune e negli ultimi anni è risultata in continuo aumento e le previsioni dicono che continuerà ad aumentare principalmente nei soggetti giovani. La possiamo dividere in artrosi primaria, che è quella che colpisce il ginocchio senza una causa definita se non le deformità patologiche comuni al ginocchio, e artrosi secondaria che è quella che invece colpisce il ginocchio come conseguenza di pregressi interventi chirurgici o gravi traumi. 

Il ginocchio è l’articolazione più colpita ed il sesso femminile è quello maggiormente coinvolto. 

Nell’ultimo decennio si è visto un aumento esponenziale di artrosi secondaria in pazienti giovani (meno di 50 anni) proprio perché sottoposti ad interventi chirurgici (meniscectomia, ricostruzione LCA, osteotomia) nel passato che nel corso del tempo hanno portato ad una degenerazione dell’articolazione.

L’artrosi si manifesta clinicamente, come già accennato, con dolore localizzato in una zona ben delimitata o diffuso a tutto il ginocchio, tumefazione, scrosci articolari, limitazione dell’arco di movimento, deformità progressiva nei casi più gravi. Nelle fasi iniziali, il dolore è presente solo in alcuni momenti della giornata o quando si sovraccarica l’articolazione con sforzi eccessivi. Nelle fasi più avanzate, il dolore può aumentare progressivamente fino ad arrivare ad essere sempre presente, notte compresa.

Le deformità più comuni sono lo scompenso in varo e quello in valgo. Nella deformità in varo, generalmente, il dolore inizia nel comparto mediale e la deformità del ginocchio aumenta al 

progredire della patologia. Il dolore è localizzato, nelle fasi iniziali, prevalentemente nella parte mediale, perché viene modificato l’asse di carico. Da centrale e ben distribuito, il carico passa ad essere mediale arrivando a mostrare la chiusura completa della rima articolare alle immagini radiografiche. La deformità in valgo invece, da un dolore laterale, perché, a differenza del varo, il carico è spostato sulla parte esterna del ginocchio. Le immagini radiografiche sono sufficienti o meglio, obbligatorie, per fare diagnosi di ginocchio varo o valgo e per fare diagnosi di artrosi. Le altre indagini (RMN e TC) sono superflue ed inutili nella maggior parte dei casi di un sospetto quadro artrosico. Tutte le indicazioni che ci servono per la diagnosi ce le danno le lastre. La RMN è un’indagine di secondo livello, cioè un esame che dovrò eseguire in isolati casi mirati per arrivare ad impostare la terapia migliore.

La terapia dell’artrosi dipende dal grado della stessa e può essere: farmacologica, fisioterapica e chirurgica.

La prima generalmente, è quella farmacologica perché è obbligatorio ridurre al minimo il sintomo dolore. Si basa prevalentemente sull’utilizzo di FANS per alcuni giorni associata eventualmente, alla fisioterapia sia a in palestra che in piscina. L’indicazione varia da caso a caso. Della terapia farmacologica, fa parte anche la terapia infiltrativa con acido ialuronico. L’acido ialuronico è una molecola prodotta dal nostro organismo e compone una parte cartilaginea dell’articolazione. L’acido ialuronico, varia in base al peso molecolare ed alla concentrazione. Avremo così diversi tipi di acido ialuronico con indicazioni terapeutiche diverse e a seconda della gravità dell’artrosi, dovremo utilizzare acidi a prevalente attività biologica e con effetto antinfiammatrio e nutriente o acidi molto densi per la riduzione del sovraccarico subcondrale.

La terapia chirurgica utilizza interventi di osteotomia femorale e tibiale (cioè correzione dell’asse anatomico dell’articolazione) nel caso di artosi iniziale e soprattutto giovani.

La chirurgia protesica è quella che meglio corregge il problema artrosi essendo la sostituzione completa dell’articolazione con componenti metalliche. La protesi è studiata in modo tale da sostituire l’articolazione e funzionare in modo fisiologico come il ginocchio naturale. Con le tecniche mininvasive di oggi si cerca di ridurre l’aggressività sui tessuti per favorire una ripresa molto più rapida ed una longevità maggiore della protesi stessa. 

La mia filosofia di trattamento protesico nei casi di pazienti artrosici, è quella di concedere al paziente appena operato il carico completo il giorno stesso dell’intervento, utilizzare le stampelle solo quando se ne sente la necessità e ridurre al minimo il dolore utilizzando diversi tipi di presidi farmacologici. Il paziente inizia subito la riabilitazione per raggiungere un movimento completo del ginocchio nel minor tempo possibile. Il tutto senza dolore.