Pietro Banchini

Dottor Pietro Banchini

Un dolore continuo al ginocchio, che va distinto in articolare ed extraarticolare, diventa più acuto quando si corre o si cammina a passo svelto: è la sindrome del corridore.

Ne parla il dottor Pietro Banchini, ortopedico negli ambulatori di Humanitas Medical Care Murat e De Angeli.

Come riconoscere la sindrome: i sintomi

Oltre alla presenza di dolore extraarticolare generalmente di origine muscolare, uno dei sintomi più diffusi della sindrome del ginocchio del corridore non solo mentre si corre o si cammina ma anche a riposo, è anche il dolore articolare.

In presenza di questi sintomi, è necessario prima di tutto ridurre se non addirittura interrompere l’attività sportiva e rivolgersi al medico specialista, che localizzerà il dolore percepito dal paziente e potrà valutare la forza e la flessibilità muscolari, l’anatomia degli arti inferiori e dell’articolazione del ginocchio (varo o valgo) ed anche la camminata e la conformazione del piede grazie ad alcuni test ed esami come radiografie, RMN ed eventuale ecografia.

Rimedi e soluzioni

Solitamente, si inizia con trattamenti di tipo conservativo con crioterapia, farmaco terapia, terapia fisica ed eventuale terapia infiltrativa con acido ialuronico, da abbinare ad esercizi di stretching della fascia lata e della bandelletta ileotibiale e comunque di tutta la muscolatura dell’arto inferiore e l’adozione di plantari personalizzati da inserire all’interno delle scarpe durante la pratica sportiva e della vita quotidiana. 

La farmaco terapia serve per togliere il problema infiammatorio che si crea a livello articolare quando sottoposto a stress eccessivo,.

La terapia fisica vascolarizza e sfiamma le strutture sofferenti.

L’acido ialuronico lubrifica l’articolazione, riduce i carichi e nutre la cartilagine sofferente per gli stress ripetuti a cui è sottoposta, agendo anche a livello della membrana sinoviale.

I plantari servono per correggere il carico a cui è sottoposto il ginocchio e ribilanciare la distribuzione del peso allo stesso rimettendo in equilibrio la postura, il carico ed il peso consentendo in genere, se associato alle altre terapie, il ritorno alla pratica sportiva. 

In alcuni casi, più rari, è necessario invece ricorrere all’intervento chirurgico.

Nel caso in cui la terapia conservativa descritta non sia sufficiente per risolvere il problema, dopo aver analizzato attentamente l’articolazione e gli esami strumentali (Rx, RMN), si può ricorrere all’intervento chirurgico.

Quali sono i fattori di rischio?

Il fattore di rischio più importante oltre all’abuso dell’articolazione, è l’asse del ginocchio, generalmente varo, che porta a sovraccarico delle strutture mediali del ginocchio (condrale e meniscale). Se non sufficiente l’utilizzo della terapia, dopo aver analizzato e capito la causa del problema, si può intervenire con chirurgia ossea e cioè con osteotomie correttive per scaricare la parte mediale del ginocchio. Se il problema dovesse essere articolare con lesioni meniscali o cartilaginee, l’intervento di meniscectomia artroscopia, toilette o innesto condrale, sono la soluzione del problema.

Quali sport e movimenti si devono evitare?

Una volta guariti sia che si sia trattato il problema in modo conservativo che chirurgico, non vi sono controindicazioni alla ripresa dello sport. 

Ovviamente, più lo sport è traumatizzante per l’articolazione e maggiore può essere il rischio di recidiva. In questo caso sarà allora opportuno modificare l’attività sportiva con una meno traumatizzante per l’articolazione.